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Immagine del redattoreGiuseppe Faraci

L'evoluzione della palestra: da nostrana ad online

Aggiornamento: 18 gen

Primavera 2020, Covid-19, quarantena.


Queste 3 parole sono state, in tutto il mondo, tra le più ricorrenti nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio 2020. Soprattutto all’inizio non sapevamo nulla, eravamo impreparati contro un nemico invisibile e per difenderci al meglio abbiamo dovuto fare molte rinunce. Sicuramente una delle più grandi è stata la rinuncia alla libertà, alla mobilità e alla socializzazione, elementi chiave dell’essere umano, dell’animale sociale. Ma se le nostre case all’inizio sono sembrate come le celle di una prigione, man mano si sono trasformate in grandi cucine, in parchi giochi e… in centri fitness. Già, perché gli italiani in questo periodo hanno iniziato ad allenarsi costantemente in casa, riscoprendo il piacere dell’attività fisica e della superfluità di strutture esterne per la cura del proprio corpo.

Secondo i dati rilevati da Amazon EU, Aliexpress, Ebay Italia, infatti, gli acquisti per i prodotti fitness e ginnici sono cresciuti tantissimo, e l’incremento è stato inferiore solo alle mascherine ed ai gel disinfettanti. Infatti manubri, pesi, tappetini e bande elastiche hanno avuto un incremento che oscilla dal +293% al 1.679% (se consideriamo le stesse date confrontate con la Primavera 2019). Ciò indica che gli italiani hanno deciso di investire profondamente nel fitness da casa. Sicuramente il trend crescente è stato determinato in maniera massiva dal Covi-19 e dall’impedimento di poter andare fuori ad allenarsi, ma al tempo stesso ciò è indice del fatto che molti proseguiranno questo trend, continuando sia negli acquisti, che negli allenamenti da casa. Infatti secondo Federconsumatori, gli strumenti fitness avranno un trend crescente di circa il 72% per tutto il 2020.

Altro fattore che ha poi spinto gli italiani ad allenarsi in casa è stata la creazione di varie community di fitness online, che si riunivano a continuamente per seguire le lezioni dei trainer. Ciò ha portato ad una socializzazione 2.0 all’interno delle palestre. Se prima si socializzava solo nelle aree comuni (bar, spogliatoi…), e magari con le persone frequentanti gli stessi corsi; ora, attraverso i social, si può conoscere direttamente tutta la palestra, senza distinzione alcuna tra corsi e/o insegnanti.

Se questi però sono i dati relativi principalmente ai consumatori e a coloro che usufruiscono dei vari servizi di fitness, stesso discorso non lo si può fare con chi eroga questi servizi: palestre, personal trainer, piscine, centri wellness.

Gli erogatori del servizio, infatti, hanno avuto tantissime perdite in questo periodo. Secondo i dati del Coni, in Italia lo sport vale circa il 3,4% del PIL, ossia 60 miliardi. Tale perdita durante l’emergenza si assesterà sul 30-35%, causando una perdita di circa 21 miliardi. Oltre a ciò, col passare del tempo andranno considerati altri dati, come l’usura di alcune strutture (su tutte le piscine), i rimborsi verso i clienti e altri costi indiretti. Ecco perché, nonostante la repentina apertura del 25 Maggio (impensabile nelle prime settimane di Marzo), il settore sarà tra i più colpiti dalla pandemia.

Secondo alcuni studi, circa il 30% delle palestre dovrà infatti trovare soluzioni alternative per poter sopravvivere. Su tutte, il video – training sembra quella più promettente. Al netto di costi bassissimi (connessione internet, registrazione su piattaforme, acquisto di attrezzatura), l’allenamento online sarà il futuro di molte attività. In tal modo innanzitutto si eviteranno diversi costi secondari, su tutti: perdita di clienti e necessità di risarcimento. Attraverso video training, infatti, ci sono alte possibilità di mantenere alta l’attenzione della clientela e dei propri iscritti, come alta è la possibilità che i clienti potendo comunque usufruire di lezioni ad hoc in piena pandemia, possano considerare il servizio come un compenso più che giusto verso i loro abbonamenti.


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Dopo la riapertura: cosa faremo con le attività online?


Secondo alcuni studi (provenienti da oltreoceano, dove il video training è in molti casi la normalità), tante persone preferiscono allenarsi a casa piuttosto che in palestra, poiché ciò permette l’eliminazione di tantissimi tempi morti ed un coinvolgimento pieno con la famiglia. A ciò va poi aggiunto un ulteriore dato: lo smart working. Con le aziende chiuse e l’avvio del lavoro in distanza, saranno molte le persone che non rientreranno in ufficio prima di Settembre (almeno il 10%), e che quindi non vorranno più allenarsi presso quelle strutture un tempo ritenute strategiche, poiché vicine al luogo di lavoro. Nuovamente, anche in tal senso, la soluzione sarebbe quella di non perdere la clientela, ma anzi, invogliarla ad accedere alle dirette in streaming e a continuare ad allenarsi con gli istruttori.

Ma ponendo che molte strutture (o personal trainer) decidano di adoperare il cambiamento, come gestirlo? Nel panorama attuale, infatti, è insostenibile continuare a fare dirette su facebook, instagram etc… senza richiedere alcun pagamento da parte dei fruitori del servizio. Al tempo stesso, molti potrebbero controbattere come sulle piattaforme digitali, (YouTube su tutte) si possano trovare tantissimi video fatti da istruttori, che praticano le varie discipline.

Se ciò è vero, è anche vero però che il paid home workout è ormai un trend realmente esistente nel mercato fitness e non più una semplice nicchia di mercato. Come viene esplicitato dai dati del portale americano Ihrsa e di Prevention Magazine: “Virtual training is about to take over in 2020”. In America, ormai già da qualche anno, tantissime palestre offrono abbonamenti ai propri clienti in cui sono previste sia sessioni in loco, che altre in virtual da casa; sia l’affitto diretto di alcuni macchinari (su tutti i tapis roulant con schermo, per seguire da

casa gli allenamenti dei propri istruttori). A ciò va poi aggiunto un’altra interessante considerazione. L’allenamento da casa permette alle palestre di continuare e solidificare la fidelizzazione del cliente, facendo sì che egli sia disposto a pagare per il servizio. Infatti secondo i sondaggi, i clienti preferirebbero pagare (poco) una lezione online, piuttosto che seguire solamente uno Youtuber, che però non potrebbe controllare la buona riuscita degli esercizi.

Ecco perché secondo noi di Run 2 Cloud in questo momento tutto il mondo del fitness è chiamato ad un grande cambiamento e ad un’evoluzione, trasformandosi in un settore 2.0, pronto ad abbracciare la trasformazione digitale.




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